L’uso delle erbe e delle piante in medicina è ritenuto antico quanto l’uomo: fino al 18 secolo era la forma più diffusa di terapia. Oggi l’organizzazione Mondiale della sanità ritiene che i trattamenti a base vegetale siano da tre a quattro volte più comuni di quelli della medicina tradizione e del resto molti principi attivi dei farmaci tradizioni sono estratti o derivati da piante. Anche oggigiorno molti popoli di Paesi non occidentali utilizzano la conoscenza delle erbe e delle loro proprietà curative tramandata da generazioni in generazioni. Nelle prime forme di civiltà molte piante venivano assunte per la loro azione terapeutica. Per esempio le proprietà curative dell’aglio erano già note agli schiavi che lavoravano alla costruzione delle piramidi, in Egitto, che l’assumevano regolarmente per prevenire febbri e infezioni che erano all’ordine del giorno. Risale a quel periodo la stesura del primo erbario. Un papiro dell’epoca (1500 a.C.) proveniente da Tebe, riporta centinaia di erbe medicinali, alcune delle quali ancora utilizzate, come il cumino e la cannella. Come gli Egizi anche gli antichi Greci e i Romani facevano uso della fitoterapia (dalle parole greche phyton che significa piante, e therapeia, che vuol dire cura). Attraverso le conquiste territoriali, le conoscenze scientifiche dell’uso delle erbe si diffusero: in Inghilterra per esempio, si deve alla conquista romana la diffusione di piante mediterranee, come la lavanda e il rosmarino. Anche nelle culture indiana e cinese la fitoterapia è stata ed è di grande importanza: i rimedi a base di piante, così come l’agopuntura e l’omeopatia, svolgono un ruolo essenziale nella cura di molte malattie. In occidente la tradizione è stata mantenuta in vita dai monaci attraverso la meticolosa trascrizione di testi scientifici e dalla coltivazione delle specie medicinali all’interno dei monasteri, e dalle conoscenze della cultura popolare – contadina tramandate da genera- zione in generazione (le ricette della nonna). Curarsi con le erbe è tornato di moda grazie al diffondersi di una maggiore coscienza ecologica, il maggior rispetto verso la natura ed i prodotti della terra hanno spinto più persone a ricorrere alla fitoterapia per trattare affezioni di vario tipo e gravità, parallela- mente all’accresciuta richiesta in medicina umana cresce l’interesse e l’utilizzo in veterinaria. L’offerta di fitoterapici in varie forme e modalità d’uso è in costante aumento nelle erboristerie e farmacie. Nell’ambiente medico cresce la curiosità e il rispetto verso la fitoterapia, snobbata e progressivamente dimenticata dall’avvento dei farmaci di sintesi più potenti ma non privi di tossicità e di effetti collaterali.
La fitoterapia, o terapia con l’uso delle piante, si occupa della somministrazione interna e dell’applicazione esterna di medicinali a base di piante, per prevenire o guarire le malattie e attenuarne gli affetti e i sintomi sgradevoli. La fitoterapia è una metodologia medica indipendente dalla medicina classica, anche se ne è parte integrante; non è quindi da considerare alternativa. La fitoterapia fa parte delle medicine basate sull’esperienza. L’industria chimico farmaceutica attuale, con l’uso di monosostanze di sintesi è nata dalla fitoterapia. La fitoterapia mostra particolare attenzione alle esigenze e alle particolarità dell’individuo; la prescrizione viene fatta non solo in base ai sintomi, ma considerando anche le eventuali carenze e i bisogni del soggetto (integratori alimentari).
L’ESTRATTO TOTALE, UNA TERAPIA INTEGRALE:
Numerose piante medicinali devono le loro proprietà curative non ad un solo principio attivo, ma alla totalità dei principi attivi, estratti da tutti i singoli componenti della pianta. L’efficacia terapeutica di una pianta medicinale è data quindi dalla sinergia dei vari componenti fra di loro, a livello di assorbimento, e di azione sull’organismo. L’estratto totale porta all’organismo del paziente un complesso integrale e bilanciato di sostanze simili alla natura dell’organismo umano, e quindi perfettamente assimilabili. Al contrario le monosostanze, ad azione unilaterale e aggressiva, modificano l’equilibrio biologico dell’individuo e possono provocare gravi danni. Quali sono le parti di pianta utilizzate per la preparazione dei fitoterapici?
In alcuni casi è la pianta intera ad essere utilizzata, più spesso i fiori, i germogli, le foglie, il frutto, l’erba, la radice, le sementi. Proprietà essenziali dei prodotti fitoterapici:
In genere si tratta di estratti totali di piante medicinali fresche, provenienti da culture biologiche, ottenuti sfruttando l’azione solvente e antibatterica di una miscela di acqua e di alcool, (estrazione e macerazione: 3 settimane in assenza di luce, a temperatura costante di 18 gradi, succussione in fusti di acciaio inox). Dopo il processo di estrazione, questa miscela composta da piante alcool e acqua, viene pressata e filtrata, ottenendo così la tintura madre pura e naturale. Queste tinture successivamente non subiscono più nessun trattamento, la totalità dei principi attivi solubili delle piante medicinali dalle quali sono stati estratti, sono con questo procedimento, conservati meglio. Ogni fitoterapico possiede nella sua totalità una specificità dominante, che permette di definirne un’indicazione particolare. “QUALITA’ DEI PRODOTTI = VALORI COSTANTI DEI CONTENUTI”
Per il medico che fa uso della fitoterapia, è determinante poter contare su dei prodotti a contenuto di sostanze attive il più possibile costanti, per poter garantire una terapia ineccepibile dal punto di vista qualitativo. Sistema di controllo:
La qualità di una tintura madre o di un macerato, è il risultato di una successione di precise manipolazioni, dalla raccolta al prodotto finito. 1. “materia prima”
Le piante vengono coltivate “pure” (costante genetica delle sementi) nel luogo d’origine rispettando l’habitat naturale, e i principi dell’agricoltura biologica (assenza di trattamenti chimici), ciò garantisce una composizione chimica costante e ottimale. Per ogni pianta viene stabilito il momento migliore per la raccolta che coincide con il massimo contenuto di principi attivi, (inizio fioritura). Trattandosi di colture all’aperto le variazioni climatiche stagionali influiscono sulle qualità organolettiche del prodotto. La lavorazione delle piante raccolte all’alba avviene nelle 24 ore successive, dopo il controllo delle qualità organolettiche: aspetto, odore e gusto, che indicano lo stato di salute della pianta.
2. “fabbricazione”
I vari procedimenti di fabbricazione sono standardizzati: selezione delle piante sul campo, miscelazione, estrazione e macerazione, concentrazione, diluizione.
3. “prodotto finito”
Per mantenere uniforme e costante la qualità del prodotto, è necessaria una rapida e accurata invasatura del prodotto finito. La conservazione avviene al fresco, e al buio. “DALL’INTEGRITA’ DELLA PIANTA ALL’INTEGRITA’ DEL PRODOTTO FINITO”
Altre preparazioni correnti in fitoterapia di minor interesse in veterinaria:
Infuso:
Fiori e foglie profumate, contenenti oli essenziali
Acqua bollente sulla droga: 5-10 minuti coperto
es. infuso di fiori di fieno, camomilla, timo, rosmarino per bovini.
Decotto:
- Tutte le erbe che non contengono oli essenziali, 3-5 min. in
acqua fredda, - Scorze e radici, 10-20 min. - Semi interi o sminuzzati, 5-10 min.
es. radice di genziana, semi di lino per bovini
Macerato:
Si lasciano le erbe in infusione in acqua prebollita 4-6 ore esposte alla luce, filtrate si conservano al fresco.
Preparato per miscele: miscela composta: foglie, radici, fiori vari mescolati
infuso + decotto, si uniscono i due liquidi,
Bisdecotto:
vale per tutte le erbe amare, es. lichene islandico
Bollire per 5 min., gettare l’acqua e rimettere a cuocere con acqua fresca per 10 min., dolcificare con miele
Tinture madri per uso esterno:
impacchi caldi e freddi, lavaggio e disinfezione di ferite e ascessi, es. tintura di arnica, consolida
Creme e altre formulazioni ad uso esterno:
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