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Introduzione di Renzo Pascolat ai temi del Convegno AFE-CISL del 22 ottobre 2012,ore 16,Sala Tarantelli sede Cisl,via Ciconi,16 Udine: “REGIONE FVG ed ENTI LOCALI-RENDERE LE ISTITUZIONI MENO COSTOSE E PIU' EFFICACI”.
Grazie a tutti voi per la presenza e ai relatori per il contributo che sul piano delle analisi e delle proposte certamente faranno nel corso dei loro interventi.
Devo in apertura a nome mio personale e della Associazione che rappresento, rivolgere alla Cisl di Udine e al suo segretario Roberto Muradore, per il fattivo rapporto di collaborazione che una grande organizzazione come la vostra mantiene con la nostra Associazione,un grazie sentito con l'augurio che ciò possa continuare.
Cari amici, il mio compito è quello di introdurre in limiti di tempo compatibili con le esigenze del Convegno,i temi o alcuni dei temi al nostro esame.
-Per prima cosa penso che, in questa situazione generale in cui ci troviamo, sia essenziale discutere,augurandoci che questo bene prezioso che è il confronto di idee e cioè della discussione non vada perduto.
La situazione mostra un declino del confronto vero,della discussione e cioè della passione per le idee che contano,quelle che possono dare la scossa, che possono rimuovere questo clima di profonda delusione che ha colpito tanta opinione pubblica.
Questi vent'anni ormai, che ci separano da tangentopoli, che dovevano segnare una svolta nella gestione della cosa pubblica,non hanno che generato il crollo delle idee di rinnovamento o di cambiamento,lasciando campo aperto alla corruzione,alla malversazione,al ladrocinio politico,al malaffare,ecc.,ecc.Non tutto è così,certamente:ma questo è quello che più colpisce e addolora.Ci sono tante energie positive in questo Paese e soprattutto in questa nostra Regione,ma ciò che ogni giorno emerge è qualcosa di tumorale e forse di difficile guarigione.E la cosa non riguarda solo o esclusivamente la rappresentanza politica,essa investe settori fondamentali della società.
Il Sole 24 Ore,ha pubblicato in data 19 settembre 2012,l'elenco nominativo e i rispettivi compensi monetari dei menager delle società quotate in borsa,con una sottolineatura, che mentre l'indice della Borsa di Milano nel 2011 è sceso del 25% i compensi medi degli executive sono saliti da 3 a 3,5 milioni di Euro.Infatti a questo riguardo basta ricordare(è sempre il Sole che dice) che Tronchetti Provera riceve quasi 23 milioni di euro l'anno,che l'ineffabile Cesare Geronzi si porta a casa annualmente quasi 18 milioni e un certo AD di Fondiaria Sai quella fallita per intenderci dal nome di Fausto Marchionni va oltre i 12 miloni annui,ecc.,ecc.Anche questo fa parte di quella crisi profonda di cui ho accennato all'inizio.
Leggendo la intervista del Presidente della Danieli dott. Gianpietro Benedetti si può capire che non tutto è perduto,che non tutto è pattumiera è ciò va detto con chiarezza,così come si devono mettere in evidenza tanti sforzi di nuovi tentativi di impresa nei vari campi.Ci sono tante aziende che chiudono ma ci sono tante e in numero maggiore che nascono e vanno avanti.e ciò da speranza e fiducia anche e soprattutto ai giovani.
Ma tornando a noi e cioè ai temi del nostro Convegno è chiaro che, essi propongono inevitabilmente il problema del modo di esercitare la gestione della cosa pubblica e in definitiva rimettono al centro una questione fondamentale che chiamerei senza perifrasi,questione morale nel nostro Paese. Per intenderci la questione morale non è questione di parte o politica:essa è infatti una questione generale che riguarda tutti.In realtà tutta la società è oggettivamente investita da questo essenziale bene,mancando il quale la nostra prospettiva storica rischia di essere priva dei fondamenti essenziali che poi sono iscritti nella nostra Carta costituzionale.
Ed è in rapporto a questo presupposto primario, che vorrei porre alla vostra attenzione il problema dei problemi:perchè il potere politico o la rappresentanza istituzionale,ma non solo essa,non è in grado di essere complessivamente parlando,all'altezza dei compiti ad essa assegnati?Perchè all'interno di essa riescono ad annidarsi quelle componenti più o meno vaste di corruttori e corrotti che devastano il campo ideale e morale della politica?E in riferimento a questo,perchè i partiti che ci rappresentano, non riescono a pulire questo campo che io considero fondamentale della nostra vita civile e democratica?Non credo di fare della rettorica vana dicendo questo! Credo invece che la fuoriuscita dalla crisi che da anni ormai ed in modo sempre più profondo e ampio investe i gangli vitali della economia e del lavoro,passi anche attraverso l'aggiustamento dei conti pubblici ma forse e soprattutto attraverso un profondo processo di rinnovamento dei gruppi dirigenti in vasti campi della nostra vita nazionale e anche regionale.
Rinnovamento che non significa solamente la sostituzione di personale con altro personale,ma sulla base di una volontà di servire il lavoro,la funzione per la quale sei stato chiamato,esercitando soprattutto uno sforzo di convinta volontà per far si che questa società diventi migliore.
Un processo rivoluzionario questo che,non bisogno di uomini forti o cosidetti carismatici, che per molti versi non fanno che umiliare i valori stessi della democrazia e della rappresentanza popolare.
Il bisogno oggi,io credo, urgentemente drammatico è quello di dare l'idea che si stà cambiando nel nome di valori di nuova morale e di garanzia degli interessi collettivi:solo così si potrà avere UN NUOVO RINASCIMENTO DELLA POLITICA.
Da questo punto di vista le prossime scadenze elettorali potrebbero essere una occasione per noi, ma per l'Italia in particolare, per dare l'idea nella formazione dei programmi e delle liste elettorali che la lezione degli avvenimenti è stata assimilata.
Perchè cari amici,senza ritenere che quelli di un tempo erano migliori di quelli di adesso,bisogna pur dire che le fasi salienti e anche drammatiche che la nostra regione e con essa la nostra Autonomia speciale, oggi così brutalmente messa in gioco, anche da questo Governo che non ha la facoltà di modificare il titolo V della Costituzione e tanto meno il 116 che ci ricomprende,ha saputo dare prova di unità,di capacità di azione rendendo un grande servigio alla nostra cara Italia.
La Ricostruzione da altri mai eguagliata;la nascita della Università di Udine o del Friuli;la grande legge della cooperazione economica transfrontaliera del 1991;le grandi infrastrutture,la trasformazione di una realtà come il Friuli ricompresa fino agli anni Settanta dalla cosidetta legge 614 per le aree depresse del centro nord a grande area di sviluppo industriale,ecc.,ecc.,sono tutte cose che dimostrano che la Specialità ha retto e che nessuno potrà cancellare anche di fronte al grande sacrificio che il Nord deve fare per la coesione sociale,per la quale c'è anche un Ministro. La mia preoccupazione,anche rispetto alle parole equilibrate del presidente della Danieli è che se tu lasci che la Specialità venga in qualche modo ridimensionata per ragioni di stato,non si ritorni più indietro.Per cui vigilanza e lotta democratica rispetto ad un possibile attentato alla nostra Specialità e Autonomia.Io non sono d'accordo ad esempio con la presidente della Autorità portuale di Trieste,che di fronte alla volontà o decisione del Governo di toglierci la titolarità e competenza statutaria sulle grandi infrastrutture e la portualità,dichiari disinvoltamente alla Rai regionale la sua adesione ad un Tanto.
Per questo,i temi e questioni al nostro esame attinenti la necessità che in materia di spesa pubblica ci sia più oculatezza e più coraggio,hanno bisogno di questa premessa fondamentale anche perchè il quadro finanziario,normativo,ecc. deve partire da questo presupposto costituzionale:e cioè dell'esistenza di una realtà come il Friuli Venezia Giulia che con la sua Autonomia speciale rappresenta un punto essenziale per il sistema democratico del nostro Paese.C'è chi dice che il passato non può avere lo stesso valore o significato per l'oggi:questo è vero in generale ma io credo che la nostra Specialità nel cuore della Mitteleuropa è un valore di pregio per il nostro Paese che và difeso e valorizzato con forza politica in modo unitario da tutte le energie di questa nostra realtà regionale.
Per cui è bene che noi dedichiamo il nostro impegno nel cercare le forme o le strade per risparmiare,per far funzionare la macchina regionale in modo adeguato,che ricerchiamo le strade per giungere a un decentramento di attribuzioni di funzioni e deleghe agli enti locali,che dovranno cercare la via della loro riaggregazione territoriale in base al superamento di fatto dell'attuale situazione di entità comunali troppo minute e perciò impossibilitate a rendere servizi efficaci,non ripetitivi in aree di infima grandezza.Occorre anche da parte dell'Anci uno sforzo maggiore in questa direzione.
Come dirà certamente il dott.Mattioni,vi è oggi un bisogno estremo di dare soluzione a un progetto di riforma interno alla regione,che faccia diventare gli enti locali attraverso una loro diversa aggregazione istituzionale e in base a nuove funzioni al servizio del territorio e dei cittadini,i veri depositari e protagonisti di una diversa spesa pubblica.Per questo c'è bisogno di una Regione meno centralizzata in base a una pianificazione territoriale fondata non sulle Province, ma su aree omogenee o vaste, che dovranno garantire con legge regionale il funzionamento burocratico, amministrativo e di programmazione dell'intero sistema istituzionale regionale.
Questo, io credo, potrà aprire un varco alla possibilità stessa di riorganizzare al meglio lo stesso patrimonio di esperienza,di preparazione e di capacità al servizio dei cittadini, rappresentato dalla grande forza lavoro impiegata nei nostri gangli amministrativi e burocratici,forse oggi non al meglio nell'offrire rapidità,precisione e chiarezza negli atti amministrativi della pubblica amministrazione.
Ma se questi sono i problemi sui quali oggi dovremo discutere, restano in ogni caso sul tappeto le questioni di grande impatto relativi alle prospettive della nostra Autonomia speciale, che già con le modifiche al Titolo V della Costituzione apportate un pò da tutte le maggioranze di governo,si fortemente ridimensionata.
Si discute della Sicilia che per Statuto ancora del 1946 con la firma di Re Umberto 2°,vieta a chiunque di impugnare le leggi e le decisioni amministrative della Assemblea siciliana.
Ebbene noi non possiamo tollerare che la gran parte delle leggi del nostro Consiglio regionale vengano impugnate,contestate o respinte dalla burocrazia centrale e dai governi che si susseguono.
Per questo e per tutto quello che consegue a questa situazione credo sia giunto il momento di dar vita a una fase da definirsi come, COSTITUENTE DEI POPOLI DEL FRIULI VENEZIA GIULIA, per riproporre un progetto di Autonomia speciale non più fondato solamente sulle questioni della nostra arrettratezza economica come nel 1947 e sulle questioni internazionali a quel tempo ancora non risolte o sulle etnie e le lingue minori.Sottolineando però che queste ultime devono rimanere il nostro dato distintivo costituzionale e anche per questo sono d'accordo con le idee dello SLORI(Slovenski Razikovalni Institut) e della Filologica Friulana che, considerano le lingue minori una condizione di estensione dei valori di crescita della società regionale.
Ma la riproposizione di un aggiornamento della nostra Autonomia credo,dovrà avvenire sulla base della nostra internazionalità,dall'essere area di valore strategico dal punto di vista dei rapporti commerciali,economici,culturali,ecc.,con le aree europee a noi vicine anche storicamente,e questo nell'interesse europeo e nazionale.
Noi non siamo un costo per il nostro Paese, ma siamo una importante opportunità.Forse tutto questo l'attuale governo come i precedenti forse non ha ben chiaro.Spetta a noi farlo capire.
Udine 22 ottobre 2012.Sala Tarantelli Cisl. Renzo Pascolat, presidente AFE.

Source: http://www.associazionefriulieuropa.eu/sites/default/files/Introduzione%20On.%20Pascolat.pdf

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